Matt Skiba: "A un certo punto Tom DeLonge tornerà nei blink-182, giusto?"

I blink-182 sono stati intervistati sul numero di ottobre 2019 di Upset per promuovere l’uscita di NINE e hanno parlato anche di Enema Of The State, di Tom DeLonge, di due nuovi EP e di molto altro.

Travis Barker ha iniziato l’intervista parlando del successo di Enema Of The State e di come gli abbia cambiato la vita.

Enema Of The State è un album di cui siamo orgogliosi e che resiste al passare del tempo.

Ero povero, dormivo sui divani della gente. Avevo una amico che diceva sempre: “Voglio diventare una rock star e voglio suonare davanti a milioni di persone”. Il mio solo obiettivo nel suonare era nel trovare un modo per suonare la mia batteria e guadagnare abbastanza soldi per mangiare e avere un posto dove dormire.

Mark Hoppus ha parlato del tour in cui i blink-182 hanno suonato interamente Enema Of The State.

È una gioia assoluta suonare quell’album dall’inizio alla fine. Riascoltandolo venti anni dopo, non c’è nulla che cambierei. Continuo a pensare che ogni canzone sia un pezzone.

Mark Hoppus ha spiegato che, nonostante l’addio di Tom DeLonge, i blink-182 vogliono continuare a scrivere canzoni.

Quando Tom [DeLonge] ha lasciato per la seconda volta, io e Travis abbiamo discusso perché avremmo potuto facilmente camminare sul viale del tramonto e suonare solamente i grandi successi all’infinito, ma non è quello che vogliamo fare. Non vogliamo essere una band legata al passato. Vogliamo continuare a scrivere della musica nuova, entusiasmante e vitale.

Con l’arrivo di Matt Skiba (che ha detto che è stato strano entrare nella band), Mark Hoppus ha spiegato che i blink-182 sono tornati alle proprie radici con California.

Avevamo bisogno di tornare indietro a ciò che sono i blink-182. Abbiamo riportato i blink-182 alle loro fondamenta. Avevamo Matt come nuovo membro della band, la band ha avuto diversi trambusti per un po’ di anni, molti pubblici, molti dietro le quinte e pensavo che avevamo bisogno di rivalutare cosa sono i blink-182.

Travis Barker ha continuato dicendo che nel periodo in cui è uscito California c’è stata una riscoperta dei blink-182.

Abbiamo realizzato un po’ di canzoni ed è stato come ridefinire i blink. Sì, quelle sono tutte le cose che ci piacciono ancora. Sì, ci piacciono ancora tutte le vecchie cose che suoniamo.

Verso la fine del tour di California, c’è stato come un rinascimento dei blink. C’erano persone che scoprivano i blink per la prima volta perché la cultura popolare stava tornando alla musica rock e inoltre molti artisti citavano i blink-182 come una delle loro ispirazioni, dai Twenty One Pilots e i Panic! At The Disco a The Chainsmokers e Juice Wrld. Tutti questi diversi tipi di musicisti parlavano di come sono cresciuto ascoltando i blink e abbiamo pubblicato California nel mezzo di tutto ciò.

Mark Hoppus ha fatto notare che ai concerti dei blink-182 ci sono fan vecchi e nuovi, ma l’entusiasmo del pubblico è sempre lo stesso.

In questo momento le persone che vengono ai nostri concerti sono un mix interessante. Abbiamo i fan di lunga data e ci sono persone che partecipano ai loro primi concerti ed è fantastico. Si vede la stessa gioia, l’entusiasmo e il pubblico che canta come succedeva vent’anni fa. Lo amo.

Dopo il successo di California, i blink-182 hanno fatto il passo successivo con NINE.

Ci siamo chiesti: “OK, dove possiamo portare i blink nel 2019 e cosa vogliamo che sia questa band”. Questo è ciò che è Nine.

I blink-182 erano tornati in studio di registrazione con John Feldmann e, quando avevano scritto venti canzoni, pensavano di aver finito, ma Matt Skiba ha svelato che non erano soddisfatti del risultato.

Poi Travis ha detto: “Sì, non penso che lo abbiamo. Penso che stiamo facendo California Two: Electric Boogaloo, dobbiamo fare qualcosa di diverso.

La gente dovrebbe amare o odiare ciò che fai. Se pensa che sia OK, è la cosa peggiore che si possa immaginare. Avevamo un po’ di materiale che era OK. Non era nuovo o entusiasmante e non ci spingeva fuori dalla nostra zona di comfort.

Mark Hoppus ha ampliato il concetto espresso da Matt Skiba.

Erano grandi canzoni, ma abbiamo capito che non erano ciò che volevamo fare.

I blink-182 si sono presi una piccola pausa e poi, come spiegato da Travis Barker, sono tornati in studio di registrazione con un nuovo obiettivo.

OK, adesso scriviamo l’album che vogliamo scrivere. Scriviamo le canzoni di cui siamo orgogliosi. Non ripetiamoci e non realizziamo lo stesso album per la seconda volta. Abbiamo scelto quello come obiettivo.

Travis Barker ha proposto ai blink-182 un po’ di beat a cui stava lavorando per altri artisti.

Ho detto: “Se ve ne piace qualcuno, preferisco che siano per i blink che per altri”. Abbiamo sperimentato un po’ di più, nello stesso modo che abbiamo fatto con Untitled. Per qualsiasi ragione, quando abbiamo realizzato quel disco, eravamo entusiasti dell’idea “la canzone è regina” e di qualsiasi cosa scrivessimo, può essere giusto o sbagliato.

Mark Hoppus ha continuato a parlare della sperimentazione di NINE.

Vogliamo spingere cosa sono i blink-182, vogliamo sorprendere le persone e vogliamo realizzare qualcosa che resista al passare del tempo. È la stessa energia che avevamo con l’album self-titled, in cui le canzoni potevano essere diverse, ma davano le sensazione di vivere nello stesso mondo.

Quando abbiamo registrato Untitled, citavamo The Beach Boys, Pink Floyd, The Cure e tutte quelle band rock gigantesche. Stavamo quasi per chiamare quel disco in modo scherzoso “Our Pet Sounds”, perché volevamo che la gente che lo ascoltava pensasse: “Cazzo, non avevo idea che questi ragazzi fossero in grado di farlo”. Voglio che la gente lo faccia di nuovo quando ascolta Nine.

Matt Skiba ha spiegato che i blink-182 sono sempre i blink-182 nonostante cerchino di andare avanti.

C’è un movimento in avanti e continua a essere sempre blink, ora è blink 2.0 per la seconda volta.

Mark Hoppus ha spiegato come con NINE si senta molto più l’apporto di Matt Skiba ai blink-182.

Eravamo molto uniti in come volevamo che fosse questo album e ci spingevamo l’un l’altro a fare cose diverse. Volevamo superare i confini di ciò che la gente pensa che siano i blink-182 e di ciò che pensiamo siano i blink-182. Abbiamo lavorato molto a questo album per renderlo speciale.

Per me i blink-182 sono la chimica delle persone nella stanza. Eravamo tutti in studio a scambiarci le idee. Matt ha fatto un lavoro fantastico in una situazione potenzialmente molto difficile. Ha fatto suoi i blink portando rispetto e onorando i panni che stava indossando. Matt è una parte vitale di ciò che rende i blink-182 ciò che sono adesso. In questo disco, molto più che in California, si può sentire la sua impronta su tutte le canzoni, specialmente su Black Rain e Darkside.

Per Matt Skiba essere nei blink-182 è una cosa difficile, ma bella.

È solo il secondo disco, ma è anche il secondo disco. È una cosa gigantesca quella che mi è stata chiesta. I fan, che gli piaccia o meno, lo avranno. I ragazzi sono felici, quindi io sono su di giri. È surreale, ma ne sono grato. È una cosa bellissima.

Recentemente Matt Skiba ha pubblicato qualcosa riguardante l’essere molto interessato agli oggetti volanti identificati, ma non voleva essere una presa in giro a Tom DeLonge.

Pensavo che fosse divertente. Non era rivolta a Tom, ma la gente è uscita di testa. Se voleva essere un colpo basso, allora non sono un grande pugile.

Tom è sempre stato gentile con me e fantastico con la nostra band. Ho solo da dire cose buone su di lui. È solo una di quelle cose. Un giorno eravamo in studio e ho detto a Mark: “A un certo punto Tom ritornerà, vero? Deve farlo. Sarebbe fantastico se volesse aspettare ancora un po’, perché in questo momento mi sto divertendo molto”.

Penso che sia inevitabile. Sembra che siano tutti amici e che si parlino. Sono contento che abbiamo questo disco e sono felice di averlo realizzato. Sento di essermi ritagliato il mio spazio. Ci è voluto tutto il tempo fino ad oggi per essere fatto, ma conosco il mio ruolo nella band come un terzo dei blink ed è qualcosa a cui la gente si è abituata il minimo indispensabile per dire: “OK, questo è quello che c’è al momento finché Tom non tornerà”.

Ci sono persone che amano entrambi, ma in realtà non mi interessa cosa la gente pensa di me. Come mi sento personalmente e come si sentono i miei compagni di band, questo è ciò che è importante per me. Non riesco a dirlo a parole, ma le cose hanno preso forma.

Travis Barker non è molto sicuro del ritorno di Tom DeLonge nei blink-182.

Non lo so. Voglio dire, amo quel ragazzo. Ci parlo occasionalmente e siamo amici, ma, che due amici condividano ancora la stessa visione musicale, questo è qualcosa che non so. È una cosa che non si sa. Dipende dal momento in cui ci incontreremo, se ci incontreremo e se accadrà questa conversazione. Qualcosa del tipo: “Ehi, qual è la tua visione? Quali sono i tuoi obiettivi?” E poi: “Qual è la nostra visione e quasi sono i nostri obiettivi?”

Se riusciamo ad allineare tutto, allora sì, sarebbe fantastico. Se non riusciamo, non riusciamo. È così. Comunque non lo so, penso soprattutto al presente. Non guardo nemmeno a dove suonerò domani. Vivo il presente e penso che sia la cosa che funzioni meglio per me.

Matt Skiba ha parlato dell’oscurità presente nei testi di NINE.

Una parola che è uscita spesso nella scrittura dei blink è il diavolo. Quel ragazzo è menzionato molto su questo disco come simbolo del male e dell’iniquità. C’è sicuramente oscurità e male in questo disco, ma è ottimista nel modo in cui lo sono i blink. Mark scrive delle cose fottutamente dark. Il cervello di quel ragazzo va in posti molto oscuri. Ed è fantastico.

Mark Hoppus ha comparato i testi dark di NINE con quelli di Take Off Your Pants And Jacket.

Avevamo scritto tutte quelle canzoni che ci piacevano, ma che erano soprattutto dark. I testi erano un po’ dark e il nostro manager ci ha detto: “È figo, ma ci dovrebbero essere dei momenti felici”. Abbiamo fatto la stessa cosa con questo disco.

Matt Skiba ha svelato una curiosità sulla nascita di Happy Days, una delle canzoni insieme a Blame It Of My Youth scritte dopo che i blink-182 hanno capito che avevano bisogno di qualcosa di più allegro.

Un giorno Mark mi ha detto che se si canta di giorni felici o di qualcosa che si voglia che succeda, non lo si vede da una giornata felice. Arriva da un pessimo momento.

Secondo Mark Hoppus, si deve essere onesti per scrivere delle grandi canzoni.

È strano perché in questo disco abbiamo lavorato con diversi produttori per cercare di realizzare qualcosa di fresco. È strano quando entri in una stanza con qualcuno che non hai mai incontrato prima, ti siedi a scrivere una canzone e ti dice: “OK, cosa succede nella tua testa? Qual è la tua paura più recondita? Qual è il tuo pensiero più oscuro? Qual è la tua vulnerabilità emotiva? Per cosa stai soffrendo ora?”

È sempre strano per la prima ora. Sembra un appuntamento al buio, ma ci si deve lasciar andare. Se si cerca di proteggersi e non si è onesti, allora uscirà una canzone mediocre. Nessuno vuole ascoltare quella musica.

La gente vuole ascoltare musica che sia onesta che parli del passare il miglior momento della vita con i propri amici, che parli dell’essere in un momento difficile o che parli del voler conquistare il mondo. Se si inventa qualcosa, allora sembrerà senza anima. Quando si è in studio, si può essere onesti e cercare di tirare fuori una grande canzone da ciò che si sta passando, invece che scrivere qualcosa di terribile.

Anche Heaven è una delle canzoni nate da un beat di Travis Barker.

Per me, quel beat è in relazione con la sparatoria al Pulse Nightclub.

Mark Hoppus ha spiegato che i blink-182 non sono rimasti chiusi all’interno dei confini del pop punk grazie soprattutto a Travis Barker.

Travis è da sempre in prima linea su questo fronte. Quando si è unito ai blink, ascoltava il punk e suonava in band punk rock, ma ascoltava anche l’heavy metal e amava l’hip hop. Ha aggiunto queste diverse influenze ai blink che prima non c’erano. Ha messo un ritmo latino nel mezzo di un brano punk rock o ha usato un beat hip hop su delle chitarre rock and roll.

I generi musicali sono morti. Alle persone piacciono le canzoni. Ho un figlio di 17 anni e, se gli si chiede che tipo di musica gli piace, non saprebbe nemmeno rispondere. Direbbe che gli piace tutto.

Mark Hoppus non prova a scrivere canzoni cercando di capire cosa vogliono i fan dei blink-182.

Quando scrivo cercando di capire cosa le altre persone vogliono dai blink, allora sembra annacquato. Scrivo canzoni mediocri. I blink fanno il lavoro migliore quando ci mettiamo a testa bassa, viviamo nel nostro piccolo mondo dello studio e scriviamo di cose che sono importanti per tutti noi. Questo sembra connettersi alle persone. Se provo a indovinare cosa la gente vuole dai blink, non è una buona cosa.

La cosa bella dei blink-182 per Travis Barker è quella di non seguire delle regole quando scrivono le canzoni.

Non avere regole, questo è ciò che rende entusiasmante per me un album dei blink. Non siamo costretti a essere qualcosa. Non siamo in studio a ricevere suggerimenti. Non abbiamo un obiettivo a portata di mano. Facciamo solamente quello che esce fuori. La cosa più entusiasmante è non essere confinati in uno stile.

Travis Barker ha parlato delle tante collaborazioni e di come anche NINE sia ben inserito nella musica moderna.

Mi deve piacere quello che fanno o mi devono piacere loro come persone. Praticamente tutti quelli che vedete con il mio nome a fianco mi piacciono, li sostengo o sono molto orgoglioso della musica che abbiamo creato assieme. Ci sono molte cose che ho rifiutato. Amo tutti gli stili musicali e sono cresciuto ascoltando tutti gli stili musicali e questo mi mantiene soddisfatto creativamente.

Con Untitled non c’erano differenze tra ciò che stavano facendo i blink e ciò che si stava facendo nella musica pop. I blink non sembravano tornare al passato o nostalgici. E posso dire la stessa cosa con Nine. È molto moderno.

Lavorare con artisti come Yungblud e Machine Gun Kelly [per il brano I Think I’m OKAY] sono orgoglioso di dire che non è molto diverso del lavorare per l’album dei blink. Lavorare con i blink e lavorare con qualsiasi altro nuovo artista non è molto diverso ora. E questo è molto soddisfacente. Mostra come i blink stiano facendo esattamente ciò che nel mio cuore credo debbano fare.

Travis Barker ha svelato che i blink-182 stanno pensando di pubblicare due nuovi EP.

Abbiamo un EP che uscirà molto presto con collaborazioni con Pharrell, Lil Uzi e Juice WRLD. Stiamo lavorando ad altre canzoni per quello e stiamo valutando la possibilità di un EP per Natale. Chi lo sa?

Al contrario di California, in NINE non ci sono joke song, ma Mark Hoppus non spera che la gente prenda più seriamente i blink-182.

All’incirca nel 1999 ci siamo chiesti perché la gente non ci prendeva seriamente come musicisti. Giravamo video in cui facevamo la parodia delle boy band e dicevamo delle battute sul palco, ma allo stesso tempo abbiamo scritto canzoni come Adam’s Song. Cercavamo di scrivere le migliori canzoni possibili e di fare i migliori concerti possibili.

Non eravamo considerati dalla stampa e dalla scena punk rock. Tutti erano preoccupati che fossimo una band comica. Adesso abbiamo resistito al passare del tempo e la gente rispetta i blink. Abbiamo avuto una lunga carriera musicale e credo che ora ci sentiamo più a nostro agio.

In un certo senso mi sento come a quei tempi; come se dovessimo andare là fuori e metterci alla prova con ogni singola canzone e con ogni singolo concerto. In ogni cosa che facciamo, abbiamo bisogno di metterci tutti noi stessi e di provare a fare il nostro meglio. Non diamo nulla per scontato e sicuramente non mi sento come se potessi abbassare la guardia e rilassarmi o andare avanti per inerzia. Non voglio mai sentirmi così. Voglio sempre avere quella fame, quella spinta e quell’ambizione. Voglio che le persone che vengono a ogni singolo tour dicano: “Oh cazzo, è molto più figo dell’ultima volta”. Voglio che per ogni singolo album che esce, le persone dicano: “Oh figo, non me lo aspettavo. Non sapevo che potessero farlo”. Mi sento un po’ più a mio agio, ma anche più affamato.

Mark Hoppus ha concluso l’intervista parlando di un possibile tour per il ventesimo anniversario di NINE.

Lo spero! Quando abbiamo registrato Enema Of The State, non avevo idea che ne avremmo parlato venti anni dopo, quindi tutto è possibile in questo mondo. Spero che possiamo portare in tour questo album tra venti anni. Sarò vicino ai 70 anni, ma sarà grandioso.

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