Travis Barker: "Il nuovo album dei blink-182 è al 70% finito, è il più simile a Untitled e uscirà ad aprile, maggio o giugno"

Travis Barker è stato intervistato da Billboard e ha parlato del nuovo album dei blink-182, del Musink, del Back To The Beach Festival, di tutti i suoi progetti musicali paralleli, del Fyre Festival e del suo documentario.

Al Musink 2019 Travis Barker suonerà dei DJ/drum set e dovrebbe suonare anche con i Suicidal Tendencies.

Travis ha spiegato che suona sempre la batteria nei momenti liberi per non annoiarsi, per essere sempre pronto, mantenersi a un livello alto e per sentirsi creativo e sicuro di sé.

Partendo dal Back To Beach Festival, Travis ha poi parlato del nuovo album dei blink-182: di come sia quasi finito, di come sarà più sperimentale come Untitled e del fatto che uscirà all’incirca tra aprile e giugno.

Al Back to the Beach Festival ad aprile suonerai il primo concerto dei Blink-182 di quest’anno. Cosa si potranno aspettare i fan?
Sarà a Huntington State Beach, letteralmente sulla sabbia. È solo il secondo anno che [io e John Feldmann] stiamo producendo quel festival. Sono molto entusiasta perché abbiamo finito per circa il 70 per cento il nostro album. Credo che sia quello con cui ci siamo avvicinati di più a Blink-182 [del 2003] da allora, che è di gran lunga uno dei miei album preferiti dei Blink.
Interessante. Cosa te lo fa paragonare al self-titled?
Credo che California [del 2016] sia simile a Enema of the State [del 1999] e a Take Off Your Pants and Jacket [del 2001]: ristabilire la band, dare ai fan ciò che veramente vogliono e si aspettano dai Blink. Adesso che ci siamo sfogati in modo naturale, non stiamo scrivendo così questa volta. È più sperimentale. Quando lo si ascolterà non si penserà: “Oh, l’ho già sentito prima, oh, lo posso paragonare a quell’altra canzone”. Con questo album stiamo ristabilendo nuove canzoni, nuovi ritmi, nuove idee.

Ripensando a California, è possibile paragonare “Cynical” ad altre canzoni veloci che abbiamo fatto. Posso pensare a “She’s Out of Her Mind” come un fratello o una sorella di “Rock Show” o “First Date”. Le canzoni del nuovo album non hanno fratelli o sorelle. Non assomigliano a qualcosa che abbiamo fatto in passato. Canzoni del self-titled come “Feeling This” e “I Miss You” non assomigliavano a qualcosa che i Blink avevano sfiorato prima. So solo che lo stiamo facendo di nuovo. Questo è entusiasmante per me.
Quando pensi che i fan potranno ascoltare la nuova musica dei Blink-182?
Aprile, maggio o giugno, se devo tirare a indovinare. Quello è l’obiettivo. È un po’ approssimativo, ma credo che accadrà intorno a quel periodo.
C’è una nuova canzone che senti come singolo?
C’è una canzone a cui ci riferiamo come “Paris” che è fantastica. Era effettivamente un ritmo che avevo creato per Juice WRLD e, prima ancora di andare in studio con lui, l’ho suonata casualmente e Mark [Hoppus] ha detto: “Oh, a cosa stai lavorando? Wow, ci piace molto”. E si è trasformata in una canzone dei Blink. È probabilmente la nostra preferita in questo momento.
Quindi è iniziato come un ritmo hip-hop... Sembra in linea con il tuo paragone con il self-titled.
Sì. Il self-titled era molto ispirato dai Transplants, che erano molto ispirati dalla musica rap e dai mix di generi. E credo che il self-titled fosse molto ispirato dai Boxcar Racer, che erano molto ispirati a loro volta dalle chitarre post-hardcore sopra a dei ritmi di tipo rap suonati con una batteria acustica. Credo che in un certo senso sia molto simile. La scorsa settimana abbiamo iniziato alcuni nuovi capitoli e penso che siano canzoni [potenzialmente] centrali o che diventeranno dei singoli.

Ho lavorato a moltissimo materiale rap e mi entusiasma il fatto di poter includere [la sua influenza] nei Blink allo stesso modo del self-titled. Ho sempre saputo del mio ruolo e di cosa devo e non devo fare con gli album dei Blink. Posso dare quanto basta per dare un’atmosfera. C’è molta musica rap che è stata ispirata dal pop-punk e dal punk rock. Credo che Juice WRLD sia sulla falsariga del pop-punk con batteria trap. Ho partecipato a una sessione con Kid Cudi l’altro giorno ed è stata molto influenzata dal rock. Siamo in un grande periodo in cui entrambi gli stili musicali possono vivere assieme, creando qualcosa di naturale che sembra nuovo.

Oltre a Kid Cudi, Travis ha collaborato con XXXTentacion, un altro rapper che aveva influenze rock. Per Travis, è stato uno dei migliori artisti della sua generazione e non ha una vera opinione sulle accuse di abusi domestici, perché non lo ha conosciuto a fondo e si è sempre comportato bene con lui e i suoi figli.

Un paio di settimane fa Travis è stato in studio di registrazione con nothing,nowhere. e il produttore Jay Vee e hanno registrato un paio di canzoni che non sono proprio Soundcloud rap. nothing,nowhere. ha recentemente cancellato un tour per la depressione e l’ansia e ha scritto una canzone che ne parla intitolata Dread. Al podcast di Joe Rogan Travis aveva parlato del suo amico Ito, lo chef vegano che ha fatto voto di silenzio per protestare contro la crudeltà sugli animali, e di Tom DeLonge che ha lasciato i blink-182 per la sua passione per gli UFO e gli alieni: due esempi che dimostrano che il business non deve controllare le persone e che si deve rispettare la propria salute mentale.

A Travis piace l’odore dell’erba e molti artisti fumano mentre sono in studio di registrazione con lui, ma Travis è sobrio da dieci anni.

Travis ha poi svelato che è stato in studio di registrazione con Hans Zimmer per la colonna sonora di un videogioco.

Travis ha visto entrambi i documentari sul Fyre Festival, ma preferisce quello di Hulu rispetto a quello di Netflix, perché ha più i toni di una commedia ed è più neutrale. I blink-182 sono stati tra i primi artisti a dichiarare che non avrebbero suonato al festival, perché Travis si è accorto che non era stata prenotata la barca che lo avrebbe portato alle Bahamas dopo un viaggio di tre giorni in pullman, visto che lui non prende l’aereo.

Nel documentario che parla della vita di Travis Barker ci sono le interviste ai suoi familiari, a Mark Hoppus, a Tom DeLonge, a Matt Skiba, a John Feldmann, a Jon Jones e Dana White dell’UFC, ai suoi batteristi preferiti e a molti altri. Nel documentario si parla delle differenze tra lui e gli altri batteristi, dovute alle diverse basi culturali e alle diverse passioni, come le automobili e i tatuaggi.

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