John Feldmann su "Bored To Death" dei blink-182: "Mi ha fatto venire la pelle d'oca sul momento"

John Feldmann è stato intervistato da Fuse e ha raccontato come è nata Bored To Death.

“Bored to Death” è appena uscita. È un’accurata lettura di come sarà il resto di California?
Direi di sì così come abbiamo realizzato un classico disco dei Blink e questa è una classica canzone dei Blink. Questo, per me, è un ibrido tra il [loro disco del 2004] self-titled e Enema of the State. L’album sicuramente prende da tutto quello. Abbiamo anche dei momenti Dude Ranch, momenti Cheshire Cat. Siamo veramente tornati indietro. Sono un grande fan, ho studiato i loro dischi un paio di settimane prima di iniziare e abbiamo realizzato un vero classico disco dei Blink. È una buona indicazione di ciò che arriverà.
C’è una storia dietro la canzone?
[..]

[Con “Bored to Death”,] sono arrivato con l’idea per un ritornello. L’ho suonata a Mark [Hoppus]. Conosco Mark ma mi sentivo sicuramente come se stessi facendo un’audizione. Mi hanno detto: “Mostraci cos’hai perché abbiamo già scritto 30 canzoni, con cosa ci aiuterai?” A Mark è piaciuta ma l’ha cambiata, l’ha riscritta ed è arrivato con la strofa “Life is too short to last long”. Mi ha fatto venire la pelle d’oca sul momento. Ho pensato: “È fatta”. Nella mia mente sapevo che avevo il lavoro. Poi ha iniziato a suonare gli accordi di basso e ho pensato: “Cazzo, mi sono innamorato di questo ragazzo”. Quella è stata la prima canzone che abbiamo fatto assieme come gruppo. È arrivato [Matt] Skiba, è il nuovo ragazzo, gli è piaciuto che a Mark è piaciuto. Ha scritto l’intero secondo verso. È arrivato e l’ha cantato in un passaggio, è quel tipo di ragazzo. L’ha distrutto in un take. Alla fine della registrazione Travis ha chiesto: “Perché non mi dai un minuto di click e mi lasci suonare solamente qualsiasi cazzo voglia?”; che è come il finale della canzone è diventato questo grande crescendo di Travis Barker e la voce di Matt Skiba.
[“Bored to Death”] era la canzone con cui sapevamo che se l’avessimo fatta bene, avremmo fatto tutto bene. Non so molto dell’hip-hop ma ho chiesto a Travis: “Qualsiasi cosa faresti in una sessione hip-hop, suonala nella canzone”. Questo è come ha suonato quella cosa epica di drum and bass nelle strofe. Suonava in un modo molto speciale, nel modo giusto.
Quel testo di Mark Hoppus, “Life’s too short to last long”. È una battuta sulla pre-eiaculazione? Una classica battuta volgare dei Blink?
Non ci avevo neanche pensato! Potrebbe riguardare la masturbazione, non ne so un cazzo! Ho avuto la pelle d’oca per quella strofa perché l’intero punto della canzone è: “Cosa porterà il futuro?” Abbiamo un nuovo membro, andremo a fare di nuovo un vero tour, con una vera casa discografica, con un vero nuovo album. Questa canzone è partita da qualcosa di sentito. Mark è probabilmente il ragazzo più intelligente che abbia mai incontrato. Potrebbe essere un professore di inglese a Oxford. Potrebbe fare quel lavoro in futuro. Alcune volte scrive cose che mi fanno venire la pelle d’oca perché significano qualcosa per me ma nella sua mente pensa: “Ahah, parla di masturbazione”.

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