Travis Barker continua ad andare avanti

Steve Baltin di NOISEY ha intervistato Travis Barker e hanno parlato di Musink, tatuaggi, autobiografia, blink-182, Transplants e molto altro.

“Non riesco a passare una giornata senza andare in studio, sono fatto così”, ha detto Travis Barker, seduto su un divano dell’atrio di un hotel di Austin, sorseggiando un caffè, la sua guardia del corpo dietro di lui, scatti di foto costanti durante la chiacchierata di mezz’ora con il batterista.

Per Barker, questa irrequietezza si applica a tutti gli aspetti della sua vita lavorativa. Ad Austin per due giorni per suonare un concerto con Yelawolf che Barker ha curato come un modo per celebrare il 15° anniversario della sua linea d’abbigliamento Famous Stars And Stripes, è tornato a Los Angeles il giorno seguente per lavorare al Musink festival, che ha anche curato.

Il festival di tre giorni nel sud della California di questo fine settimana celebra la musica (ci sarà anche una performance dei Transplants di Barker), tatuaggi e automobili. “Coinvolge tutto ciò che amo: musica, automobili e tatuaggi. Quindi è stato molto facile per me volerne far parte”, ha detto Barker.

Il suo amore per i tatuaggi, una autobiografia in arrivo per giugno, tre nuovi album, tra cui le ultime sulla nuova musica dei blink-182 e venire alle prese con l’incidente aereo del 2008 che ha ucciso quattro persone sono solo alcuni dei tanti argomenti Barker ha esplorato nel suo discorso con me e un’amica.

Questo è il primo anno che lavori con Musink, come ti ci sei impegnato giorno per giorno?
Partendo dalla lineup, ogni giorno mi chiedeveano: “Cosa ne pensi di questo?” Quindi ero molto coinvolto e Tech N9ne è un mio caro amico, ho incrociato Bill dei Descendants e gli chiesto se avrebbero suonato, così per tutti. Il mio amico ha chiamato i Gorilla Biscuits e io non ho mai avuto modo di vedere i Gorilla Biscuits. Sono cresciuto come un ragazzo tutto d’un pezzo che era tutto concentrato sul hardcore, quindi significa molto aver la possibilità di farli suonare. In realtà mi permettono di avere molto a che fare con chi suona. E tutti i miei amici tattoo artist erano già tutti coinvolti quindi non ho avuto bisogno di fare qualcosa di differente per quello.
Questa lineup quanto è vicina al tuo festival dei sogni?
Qualche volta farebbe schifo se fosse il tuo festival dei sogni, giusto? Ma fortunatamente non tutte le band hanno funzionato. Siamo dovuti passare attraverso alcune fasi: voglio questa persona, ma non sono disponibili, quindi passiamo a questa persona. Ma ha funzionato. Per esempio, il giorno dei Transplants, non volevamo che fosse solamente una normale giornata punk rock, perché i Transplants sono capaci di condividere il palco con molte altre band perché i generi musicali sono come mescolati assieme. Quindi avere Tech e Rittz, che sono buoni amici, ha senso. E così tutti gli altri giorni, come H2O, Strife e Judge nella giornata dei Gorilla Biscuits è pazzesco.
Quindi da che tattoo artist vai?
[Mark] Mahoney ha fatto alcuni dei miei lavori. Ho perso alcuni dei miei lavori nell’incidente aereo, ma sono sempre andato da Mahoney, Mister Cartoon, lui è il vero responsabile per avermi fatto tornare ad amare il nero e il grigio, perché avevo un pezzo in nero e grigio, uno o due di quando ero un ragazzino, ma non lo era finchè non sono cresciuto e Toon mi ha fatto un gruppo intero di cui mi sono innamorato. E poi Franco Vescovi e Chuey Quintanar, tutti e tre mi hanno fatto la testa, Chuey, Franco e Mister Cartoon.
C’è un tatuaggio preferito?
È come scegliere un figlio preferito, non puoi farlo. Sono tutte pagine di un album di ricordi per me. Credo che alcune personi si facciano qualche tatuaggio perché pensano: “Oh, sembra figo”. Ma non io, documentano tutti un momento della mia vita. Quando la gente mi chiede: “Vorresti fartene rimuovere qualcuno?”; io rispondo: “Sarebbe come strappare una pagina di un libro, non puoi farlo”. Almeno per me, ce li ho per una ragione, non potrei semplicemente dire: “Non sono più fighi, me li cancello”.
Questo è il motivo per cui ne ho solo quattro, mi ci è voluto moltissimo tempo per sceglierli.
Li ha fatti Mahoney?
Sì.
È il migliore e solo per il tempo passato con Mark, quando ti parla, ne vale la pena. Mi sono tatuato quasi tutto il corpo solo per quello. Ha le storie migliori, se può essere su un jet con Biggie mentre lo sta tatuando tutto, c’è tanta roba. È stato l’uomo giusto per molto tempo ed è sobrio, gli dò onore, questo è fantastico.
Stavo per dire che c’è un tizio che dovrebbe scrivere un libro e poi sono ricordato che stai scrivendo un libro.
Sì. Non è stato difficile scrivere, ma sono sconcertato dalle persone che ricordavano cose che io non ricordavo a causa della quantità di droghe di cui facevo uso a quei tempi. La mia memoria è stata colpita. Ho molti trafiletti nel mio libro, dove ci sono Skinhead Rob, Mark Hoppus o Tim Armstrong, solamente tutti i miei amici, che raccontano anche la loro versione della storia. Ed è stato interessante perché solo leggendo quei trafiletti sono stato portato a pensare: “Questo è accaduto e anche questo”. E a certe cose accadute avrei voluto dare più spazio, ma letteralmente ogni giorno c’è qualcosa che esce quando sto solamente camminando in un hotel o facendo qualcosa con i miei figli e sto provando e mi devo sbrigare a tirare fuori il telefono e a scrivere, perché c’è qualcosa di nuovo tutti i giorni. Sono vicino alle fasi finali, ma ho avuto una settimana di pausa dallo stare con Gavin [Edwards] e ho riempito una busta intera di appunti. Ma è figo, volevo aspettare di essere sobrio prima di farlo e non sapevo se sarebbe mai successo. Ma sarebbe successo prima o poi perché ho avuto un allarme sanitario che è stato di un tempismo perfetto.
Ci sono delle storie che hai ricordato che ti hanno sorpreso?
Non ci sono cose che non ricordo assolutamente, sono solo persone che intervengono in eventi che hanno avuto luogo nella mia vita. Ma documenta tutto. Documenta dalla mia crescita fino alla morte di mia mamma in giovane età, fino a quando sono diventato un netturbino a Laguna Beach, quando vivevo in un appartamento con uno studio con la band punk rock con cui suonavo, fino ai tour con gli Aquabats, poi quando sono stato un sostituto nei Blink, quando sono entrato nei Blink, tutto il tragitto fino alla mia paura per anni di volare, dagli incubi sul volo fino all’incidente aereo, il mio ricovero, tutto, è pazzesco. È stato terapeutico per me perché avevo tanto da tirare fuori e non ho mai veramente parlato del mio incidente aereo oltre a dire: “Sì, ho avuto un incidente aereo, fa schifo”.
Quali sono le cose che hai imparato scrivendo il libro?
Beh, penso che scrivere tutto e parlarne con qualcuno sia una cosa che non avrei mai fatto prima. Ho sofferto di stress post-traumatico per un po’ di tempo e di molte altre cose, come il senso di colpa del sopravvissuto. Non mi sono mai seduto con un terapista per parlarne. Quindi questo era un peso enorme.
Ho visto sui social network che state iniziando a lavorare al nuovo album dei Blink.
Stiamo per iniziare. In questo momento sto facendo un album di cover con i Transplants. Abbiamo una cosa che chiamiamo Transplants Tuesdays, ci riuniamo circa due ore ogni martedì e tiriamo fuori una nuova cover di una canzone.
Qual è l’ultima che avete fatto?
“Gratitude” dei Beastie Boys, è fantastica. Sentire Tim [Armstrong] e Rob [Aston] cantarla è il fottuto meglio.
Ci sono canzoni che ameresti fare, ma che per qualche ragione non hanno funzionano?
Non vogliamo fare cover esattamente uguali all’originale. “Gratitude” è probabilmente quella che è venuta più simile, ma credo che ci siano alcune cose che sono intoccabili. Come quella volta che ho suonato all’American Idol con Mary J. [Blige] “Stairway To Heaven” e ho pensato: “Oh merda, questa potrebbe essere davvero pessima o molto buona”. E Mary è una così grande cantante e capisce la musica e capisce i Zeppelin e quel periodo musicale e ha spaccato. Ma questo era quello che preoccupava me. Con i Transplants possiamo fare di tutto. Nulla è off limits. Potremmo aver a che fare con ogni fottuto genere musicale e non ci sentiremmo fuori posto.
C’è una canzone che sei veramente entusiasta di provare?
C’è una canzone dei Geto Boys che si intitola “Fuck ‘Em” che non abbiamo ancora provato, ma sarà fantastica. Ne abbiamo un mucchio, arriviamo senza nulla di preparato, diciamo che lei [l’amica seduta per l’intervista] è nella band ed esce con: “Mi piace questa canzone”. Noi rispondiamo: “Cazzo, ascoltiamola, vediamo come possiamo reinterpretarla”.
Sto pensando a una canzone di Tom Waits.
Sarebbe interessante.
Mi piace perché non te lo aspetteresti. Non penso che qualcuno dovrebbe fare “Stairway”, ma almeno nessuno si aspetterebbe che sia Mary a farla.
Conosceva tutto il testo, era fantastico che fosse così in sintonia con un altro genere musicale che non aveva mai vissuto ed era tranquilla. L’abbiamo fatta dopo circa due ore in studio.
Avete un’idea di quando uscirà l’album?
Abbiamo discusso: “Pubblichiamo una canzone ogni due settimane o che cosa?”. Ma penso che faremo un album che pubblicheremo indipendetemente o con la Epitaph.
Scrivere un libro ha influenzato il modo con cui scrivi la musica?
Non so se posso applicarlo al processo musicale perché sono stato in studio per iniziare lentamente il seguito del mio album da solista, Give The Drummer Some, ma non ha nulla a che fare. È semplicemente differente, sono solo sessioni estenuanti, sei seduto lì a parlare solamente con qualcuno, ti fanno qualche domanda e rileggi i capitoli e dici: “No, no, è successo anche questo”. Per me è come ascoltare una canzone infinite volte e pensare: “Questo dovrebbe essere in questa parte, il bridge potrebbe essere più lungo”. Questo è qualcosa che ho notato con il libro.
Quindi forse potrebbe aiutare con il processo di verifica?
Sì, per me, sono una persona attenta ai dettagli e il libro è come un album per me. Non è come se avessi 50 anni e parlassi di cose successe 30 anni fa. È ancora molto vicino a dove sono ora. Quindi per me sarà come un album, qualcosa di cui sarò orgoglioso e qualcosa di cui sarò entusiasta di ogni passo.
Mi piace l’idea di un libro con una colonna sonora, quindi ne farai mai una per il libro?
Quando abbiamo iniziato i Transplants Tuesdays ho pensato: “Cazzo, perché non potrebbe esserci una colonna sonora che va assieme con questo o ci metto assieme un CD?”. Ma sono molto più avanti con il mio libro di come sarei con il mio album e poi sarebbe stato fatto troppo di fretta. Credo che potrei farlo dopo.
Quando uscirà il libro?
Giugno. Si sta avvicinando. In questo momento, sto facendo la copertina. Ho fondamentalmente raggiunto Chuey, Franco, Skinhead Rob, Tim Armstrong, tutti i miei amici che sono artisti e stanno facendo dei piccoli pezzi della copertina per ogni capitolo perché non voglio che sia solamente una scrittura generica per ogni capitolo. Sono i piccoli dettagli come questi che voglio che lo rendano speciale.
C’è qualche idea di dove state andando musicalmente con i Blink, so che andrete a Reading e Leeds, quindi all’inizio c’è stata qualche discussione su questa scadenza?
Io voglio sicuramente del nuovo materiale, non ha funzionato tutto per avere tutti nella band disponibili per registrare il nuovo materiale, quindi è una specie di sfida.
Quanto ti costa mantenere la freschezza nella musica per essere in grado di partecipare a tutti questi diversi progetti?
Quando ero a casa, ho suonato in una canzone di Rusko, ho suonato qualcosa per Datsik, ho suonato in un mucchio di album tutta la settimana perché alla fine della giornata, beh, Blink, devi avere tre persone che sono tutte disposte a registrare e a scrivere musica nello stesso momento. Se non può succedere, non può essere la fine del mondo per me. Ho altre cose da fare o mi caverei i fottuti occhi. Quindi essere con i Transplants, lavorare al mio album da solista, finchè le stelle non si allineano per fare entrare i Blink in studio devo stare occupato. Dovremmo andarci prima di Reading e Leeds quindi spero che succeda.

Aggiornamento: Travis Barker è stato intervistato anche da OCWeekly.com e al Kevin & Bean Show su KROQ e ha ribadito i concetti espressi in questa intervista.

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